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MagmaLaB è un laboratorio artigiano fondato nel 2011 da Gaia Guarnieri e Caterina Martinelli, nato dal desiderio di sperimentare nuove forme di creazione attraverso la trasformazione della materia.

L’idea originaria era semplice e visionaria: dare nuova vita ai materiali di scarto, trasformandoli a mano in oggetti artistici. Con il tempo, questa ricerca si è evoluta in un percorso dedicato al Gioiello Contemporaneo, dove ogni pezzo è il risultato di un equilibrio tra sperimentazione estetica, artigianalità e sostenibilità.

Il materiale protagonista del nostro lavoro è la plastica di recupero, in particolare il PET (polietilene tereftalato), scelto per le sue qualità sorprendenti: leggerezza, luminosità e una straordinaria versatilità formale. Attraverso una serie di processi manuali, il materiale viene tagliato, modellato, termoformato, inciso e decorato, fino a rivelare una nuova identità.
Le tecniche impiegate — dal taglio a mano alla termoformatura, dal craquelet a pirografo alle colorazioni con pigmenti — sono frutto di anni di studio, sperimentazioni e ricerche sul comportamento delle plastiche termosensibili.

 

Ogni gioiello MagmaLaB nasce da una scelta consapevole: quella di creare preservando le risorse del pianeta, esplorando le potenzialità di materiali considerati “di scarto” ma ricchi di possibilità estetiche e narrative.
Ogni pezzo è realizzato manualmente, in piccole serie o esemplari unici, e porta con sé le tracce del processo: piccole irregolarità, sfumature di colore, microincisioni che rendono ogni creazione irripetibile.

I nostri gioielli raccontano un modo diverso di intendere il lusso: non come ostentazione, ma come valore del gesto artigiano, del tempo dedicato, della cura per i dettagli e del rispetto per la materia.
MagmaLaB è un laboratorio in continua evoluzione, dove la sperimentazione incontra la poesia della trasformazione. Un luogo in cui la plastica smette di essere rifiuto e torna a essere luce, forma, identità.

Ci siamo chieste come raccontarci...

E noi siamo stranine, per qualcuno ‘diverse’. E poi facciamo gioielli, con le nostre - che non si definirebbero esattamente - manine. E li facciamo immaginandoli indosso agli altri, perché noi non ne portiamo, quasi mai. E li facciamo con un materiale stranino, per qualcuno ‘diverso’. Ma lo studiamo, lo lavoriamo, lo trasformiamo, lo evolviamo. E creiamo, semplicemente, proiezioni delle nostre anime che diventano gioielli, che raccontano che di diverso, alla fine, non c’è nulla, anzi, tutto.

Ed è il suo bello. And it’s so natural.

Un adulto creativo è un bambino sopravvissuto

Ursula K. Le Guin

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